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sabato 14 dicembre 2013

MERDA

IL TEMPO: QUESTO SCONOSCIUTO

Se c’è una cosa giusta a questo mondo, quello è il Tempo!

Tutti abbiamo a disposizione 24 ore in una giornata, 86400 secondi per sfruttare il Tempo al meglio.

In questo abbiamo fatto negli ultimi cinquant’anni, una grande esperienza.
tempo-3

Quegli 86400 secondi vengono fagocitati dalle esigenze e dai bisogni di tutti, tranne.. che i propri. Che vengono puntualmente trascurati alimentando sentimenti di frustrazione, insoddisfazione, malumore, ansia..

Come fare allora per riprendersi un pò del proprio tempo e dedicarlo a se stessi?

1. Il primo passo è definire cosa di quello che fai è davvero importante e cosa urgente.In PNL si impara il concetto di urgenza vs importanza. Puoi approfondire questa meravigiosa disciplina cliccando




Potresti accorgerti che ti metti addosso priorità e urgenze che esistono solo nella tua testa. Se sei donna ti dico per esempio: restare al telefono mezz’ora per consolare l’amica che ha litigato con il fidanzato è importante e urgente? Andare a fare la spesa tutti i giorni al supermercato, perchè il bambino mangia il prosciutto solo se è tagliato di fresco e mio marito odia il pesce surgelato, è importante e urgente?
Ridefinisci quelle che sono le priorità e riorganizza la giornata in quel senso

2. Il secondo passo è quello di non lasciarsi usare. Ci sono persone che sono delle vere e proprie sanguisughe in fatto di tempo. Ti cercano solo se hanno bisogno, ti chiedono continuamente favori, tendono a farti sentire in colpa se non assecondi i loro bisogni. Chi sono? Datori di lavoro troppo esigenti, colleghi pronti a delegare, mariti e/o mogli che si defilano quando si tratta di darti una mano, figli che sfruttano la loro condizione di esseri amati oltre ogni dire… :-)
Impara a dire no! All’inizio può risultare davvero difficile ma come tutte le abitudini, basta iniziare e impegnarsi un poco e vedrai quali risultati strepitosi è capace di generare un no ben detto! Le cose sono due: o si aggiustano da soli e non chiedono più oppure vanno a chiedere a qualcun’altro ma in ogni caso il tuo problema è risolto.

3. Il terzo passo è quello di fare bene i conti. Fai un bilancio del tempo che dedichi agli altri e quello che dedichi a te stesso/a. Ricorda la regola che più sei disposto a dare, più gli altri chiederanno. Della serie, dai il dito e si prenderanno il braccio. Per cattiveria? No, semplicemente perchè li hai abituati così!
Scrivi su un foglio l’elenco delle cose che fai per gli altri e quelle che fai per te e guarda dove pende la bilancia. Cosa puoi fare per bilanciarla? Impara a mettere delle regole, rispettale e falle rispettare. Regole per te e per gli altri. Qualcuno mi aiuta ad apparecchiare, i ragazzi riordinano la loro stanza, il marito passa l’aspirapolvere,la moglie lava i piatti, le telefonate con gli amici max 10 minuti e spunta fuori un’ora serale tutta per me, ogni giorno. All’inizio può sembrare tutto innaturale ma quando avrai iniziato a coglierne i benefici, sarà facile adattarsi.

4. Il quarto passo è conoscere la Legge di Pareto. Questa è la teoria dell’80/20. Significa che sarà solo il 20% di quello che fai che ti permetterà di ottenere l’80% del risultato. In pratica potrebbe significare che solo il 20% delle cose che fai per i tuoi figli sono realmente necessarie per soddisfare il loro bisogno d’amore, ad esempio. E solo il 20% del lavoro che produci quando sei in ufficio concorrerà all’80% dei risultati che ottieni a livello professionale.
Ricordalo la prossima volta che deciderai di restare in ufficio oltre l’orario per finire quel lavoro che ritieni importantissimo..

Questi quattro passi sono dei dogmi? Assolutamente no!

Ma sicuramente rappresentano i presupposti base per organizzare al meglio il tuo tempo, e quindi vivere meglio.
Approfondisci meglio come gestire la tua vita in ogni area cliccando

 

giovedì 12 dicembre 2013

4 PUNTI CHIAVI PER VIVERE BENE

Le quattro regole per Vivere Felici
1. Responsabilità
2. Proattività
3. Acutezza sensoriale
4. Adattabilità

Dalle esperienze congiunte (oltre settant’anni al servizio di
persone che volevano raggiungere obiettivi specifici) abbiamo
distillato quattro regole, quattro condizioni che debbono
essere soddisfatte affinché possiate Vivere Felici.



La prima regola per Vivere Felici è la responsabilità.
La verità nuda e cruda è che voi siete responsabili dei risultati
che ottenete. Questo non significa addossarsi la colpa di
tutti i propri problemi, né rifiutare l’aiuto che si riceve
lungo il cammino. Significa semplicemente che dovete
smetterla – smetterla sul serio – di aspettarvi di essere il
destinatario passivo del cambiamento.
A volte il cambiamento è un lavoro di squadra vostro e della
persona che in quel momento vi sta facendo da guida, da
coach o da mentore. Altre volte è un lavoro solitario, anche
se avrete il supporto di risorse come questo libro. Ma
soprattutto, essere responsabili significa: nessuno può farlo al
vostro posto. Lo dovete comprare voi, il libro; trovarlo voi,
il vostro coach; decidere voi quali direzioni e quali obiettivi
perseguire; e pensare voi stessi a un piano. Spetta a voi
diventare l’agente del vostro stesso cambiamento.

DOMANDA DI RIFLESSIONE:
Quanto vi ritenete responsabili per le esperienze,
positive o negative che siano, della vostra vita?


La seconda regola per Vivere Felici è la proattività.
Le persone più naturalmente inclini a Vivere Felici sono
quelle più orientate all’azione. Il genere di persona che, una
volta deciso cosa vuole e come ottenerlo, deve assolutamente
darsi da fare. Per contro, i pessimisti e i depressi sono
spesso inclini all’inazione. Se è vero che talvolta è necessario
prendersi del tempo per riflettere, riposare e recuperare
le energie, è pur vero che il lasciarsi andare, l’abbandonarsi
in attesa che qualcosa o qualcuno ci venga a salvare non è
mai accettabile.

DOMANDA DI RIFLESSIONE:
Quanto sei proattivo? Potresti esserlo di più,
se le ricompense fossero più grandi?


La terza regola per Vivere Felici è l’acutezza sensoriale.
Molte delle scoperte più straordinarie della PNL sono state
possibili grazie alla capacità di prestare attenzione e di
rispondere senza preconcetti a ciò che si stava osservando.
Negli anni, molte delle persone che si occupavano di salute
e benessere – e tra queste anche gli psicologi – si sono
fregiate di essere imparziali osservatori dei comportamenti
umani. Non era così. All’inizio degli anni Settanta, gli
psicologi si facevano la guerra per stabilire quale fosse il
“giusto approccio” alla psicoterapia. Dozzine, se non centinaia
di scuole diverse lottavano per la supremazia. La cosa
interessante è che nessuna di queste produceva risultati.
Nessuno era davvero in grado di risolvere i problemi dei
propri pazienti, ma la cosa sembrava irrilevante, fintanto
che fossero riusciti a dimostrare di avere “ragione”.
Questo era potuto accadere perché il loro approccio era
eminentemente teorico e limitato da schemi inconsci che
li predisponevano al fallimento. Erano tutti concentrati sui
contenuti dell’esperienza dei loro pazienti: volevano
scoprire il perché delle cose, individuare cosa c’era di
sbagliato. Erano convinti che, scoprendo il motivo per cui quella
persona stava male, tutto si sarebbe aggiustato come per
magia. Passavano il tempo a cercare di interpretare quello
che dicevano i pazienti, invece di prestare attenzione a ciò
che facevano. Non prestavano neppure particolare
attenzione agli effetti, intenzionali o meno, del loro
interagire con il paziente.
L’acutezza sensoriale è un’abilità che si può imparare e
migliorare. Si comincia sviluppando la propria capacità di
notare ciò che accade dentro (pensieri, azioni e reazioni) e
fuori di sé: cosa crea o mantiene in vita i nostri problemi?
Qual è l’effetto delle nuove azioni che intervengono a
modificare la situazione? Questo è anche il modo di ampliare
la propria gamma di risposte.

DOMANDA DI RIFLESSIONE:
Quanta attenzione prestate a ciò che provate e
a come reagite? E al mondo attorno a voi?


La quarta regola per Vivere Felici è l’adattabilità.
Questa è probabilmente la regola più importante. Senza
un’autentica propensione a cambiare comportamento,
adottando risposte creative e appropriate alla situazione
(che si tratti di un mutato stimolo ambientale o di un modo
per raggiungere obiettivi che ancora non avere concretizzato),
diventerete vittime inermi del caso e delle circostanze.
Accettare di dover coltivare l’adattabilità e la flessibilità -
oltre alla capacità di tollerare l’ambiguità derivante dal non
conoscere sempre le risposte giuste – è un’altra parte del
vostro impegno alla responsabilità.
Coltivare queste abilità non vi aiuterà solamente a sentirvi
meglio e a godervi di più la vita. Come vi dimostreremo
più tardi, potrebbe addirittura salvarvela.

DOMANDA DI RIFLESSIONE:
Vi riprendete rapidamente da un rovescio imprevisto?
Qual è il vostro grado di flessibilità o adattabilità?

mercoledì 9 ottobre 2013

CINQUE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

Come comunichi, ogni giorno?
“Con ogni comportamento”, può essere una risposta.
Paul Watzlawick e il gruppo di ricerca dell’MRI hanno studiato a lungo la comunicazione, la sua influenza sulle persone e gli effetti che ha sul comportamento. Dai loro studi, partiti oltre cinquant’anni fa, si sono avviate innumerevoli ricerche e formulazioni, alcune molto valide, altre meno. Quello che è emerso è che la comunicazione è un campo di notevole interesse.

Come potrebbe non esserlo, d’altronde?
Comunichi tutti i giorni, con chiunque, consapevolmente e non, per raggiungere obiettivi, descrivere, suscitare emozioni, stabilire relazioni. Con la comunicazione crei realtà e a volte delle vere e proprie trappole – fino ad arrivare alla psicopatologia. È uno strumento che influenza le tue interazioni con amici, partner, colleghi, sconosciuti, capace di determinarne l’andamento positivo o negativo.

Se dall’MRI in poi lo studio della comunicazione ha visto un’accelerazione esponenziale, da allora ci rimangono basi solide e ancora valide. Come i cinque assiomi della comunicazione umana, che vediamo di seguito.

Il primo assioma ci insegna che non si può non comunicare. Qualunque comportamento comunica qualcosa e, visto che è impossibile avere un non-comportamento, la non-comunicazione è altrettanto impossibile. Qualunque cosa fai o dici, qualunque scelta (dai vestiti alla macchina, da ciò che leggi allo sport che pratichi – o che non pratichi) comunica qualcosa agli altri e a te stesso.

Il secondo assioma chiarisce che all’interno di ogni comunicazione vanno distinti due livelli. Il primo è il livello del contenuto, che dice che cosa stai comunicando. Il secondo è il livello della relazione, che dice che tipo di relazione vuoi instaurare con quella comunicazione. Per fare un esempio molto semplicistico ma pratico, la frase “Chiudi la porta” esprime un contenuto (la richiesta di chiudere la porta) e può essere detta con tono pacato o aggressivo, stabilendo due tipi di relazioni diverse con l’interlocutore.

Il terzo assioma spiega che il modo di interpretare una comunicazione dipende da come viene punteggiata la sequenza delle comunicazioni fatte. Per esempio, di fronte a un uomo che si chiude in se stesso e alla moglie che lo brontola, il primo potrebbe dire che si chiude perché la moglie lo brontola, e la seconda potrebbe ribattere che lei brontola perché lui si chiude. A seconda della “punteggiatura” usata cambia il significato dato alla comunicazione e alla relazione.

Il quarto assioma differenzia due tipi di comunicazione: quella analogica e quella numerica (o digitale). La comunicazione analogica si basa sulla somiglianza (analogia) tra la comunicazione e l’oggetto della comunicazione: rientra in essa tutta la comunicazione non verbale e l’uso di immagini. La comunicazione numerica riguarda invece l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica, cioè di segni usati convenzionalmente per designare qualcosa.

Il quinto e ultimo assioma della comunicazione umana spiega che tutte le interazioni tra comunicanti possono essere di due tipi: simmetriche o complementari. Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori, rispetto a quella comunicazione, si considerano di pari livello, sullo stesso piano. L’interazione complementare si ha invece quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano, bensì risulta evidente da quella comunicazione che uno dei due ha una posizione superiore (one-up) e l’altro subordinata (one-down).

Da questi assiomi, volutamente semplificati e sintetizzati per questo articolo, parte uno studio complesso e approfondito dei processi comunicativi, delle loro sfaccettature, degli errori tipici e di conflitti, disturbi e psicopatologie create a partire da rigide ridondanze degli errori stessi.
Lo studio della comunicazione è un campo interessante, soprattutto per chi vuole migliorare il rapporto con se stesso e con l’altro, su piani personali, relazionali, professionali, ecc., con l’obiettivo di diventare più consapevole delle proprie comunicazioni ed esperto nel loro utilizzo.

lunedì 29 luglio 2013

E IN VACANZA? IL CERVELLO?

Attivo e concentrato così deve essere il nostro cervello anche se siamo in vacanza. Un consiglio che vale per tutti, ma soprattutto per i ragazzi che devono fare i conti con i compiti delle vacanze. Ma come fare?

"Se vogliamo lavorare sulla memoria possiamo esercitarci ripetendo le parole di una canzone -spiega il prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari, neuropsicologo e presidente Assomensana, ospite di Nicoletta Carbone a Essere e Benessere - ma non solo perché le stesse parole della melodia ci aiutano a lavorare sul ragionamento perché ci spingono ad andare a trovare i significati delle varie parole. E infine stimoliamo la concentrazione. Prendiamo ad esempio la tabellina del 2 e partendo dal 20 contiamo all indietro quindi 18, 16 e così via. Ma la concentrazione si può allenare anche cercando un target nell'ambiente, ad esempio tutto quello che è di colore rosa: ogni tanto interrompiamo quello che stiamo facendo e guardiamoci intorno con lo scopo di trovare oggetti del colore che abbiamo stabilito. Questi esercizi permetteranno al nostro cervello di mantenere le funzioni di base che ci serviranno per riprendere senza fatica", conclude l'esperto.

domenica 28 luglio 2013

I VINCITORI DI LOTTERIE GRATTA E VINCI E QUANT'ALTRO

Il 18 maggio scorso la lotteria della Florida è stata sbancata. Una vincita da quasi 600 milioni di dollari (450 milioni di euro, al cambio attuale), la più importante di tutta la storia.


Chissà cosa deve aver pensato il vincitore: smetto di lavorare, compro una casa degna del re sole (o dei divi di Hollywood, forse più attuale), sistemo la mia famiglia per sempre e vado a vivere al caldo 365 giorni all’anno.


Al vincitore non sappiamo ancora cosa succederà, ma è noto cosa è successo a chi lo ha preceduto.


venerdì 26 luglio 2013

MODI PER MIGLIORARE LA PRODUTTIVITA'

Con le tonnellate di cose da fare e il tempo apparentemente sempre più ridotto nel corso della giornata, essere produttivi è un requisito fondamentale per la vita della maggior parte dei professionisti creativi. In parole povere, essere più produttivi significa che si può fare di più, e non si dovrebbero bere venti tazze di caffè al giorno per farlo, anche se ci sentiamo privi di energie. In realtà ci sono numerosi metodi che è possibile utilizzare per vivere in modo più produttivo, e avere anche il tempo per rilassarsi. Eccoli:


- Esercizio fisico


Si potrebbe pensare che dal momento che passiamo gran parte della giornata seduti davanti al computer, l’esercizio fisico non è poi così importante, ma non è assolutamente vero. Infatti, proprio perché il nostro lavoro è spesso così sedentario, è necessario esercitarci più delle persone che fanno lavori attivi. Come minimo bisogna fare 30 minuti di esercizi al giorno, e vi sentirete molto più produttivi ed energici se li fate più volte al giorno, preferibilmente prima di ogni pasto, anche per soli 10 minuti alla volta.


Dormire le ore necessarie 


Una delle più grandi sfide dell’essere autonomi è riposare il tanto giusto. Gli esperti dicono che dovremmo dormire tra le 7 e le 9 ore al giorno, ma se stiamo lavorando fino all’ultimo minuto della giornata, è difficile spegnere il pc e addormentarsi subito. La cosa migliore che possiamo fare è non portarci il computer a letto. Spegnerlo almeno 1 ora prima di coricarci e lasciarci disintossicare completamente. Evitare la televisione e provare a leggere un libro, fare una passeggiata, una chiacchierata con la famiglia o gli amici aiuta a rilassarci.


- Mangiare Bene


La nostra dieta è della massima importanza e soprattutto se si lavora da casa, può significare trovarsi al computer per tutto il giorno. Strutturare la nostra dieta proprio come si struttura il giorno, inserendoci in 3 pasti e 2 spuntini. Essere sicuri di acquistare del cibo sano, e evitare la tentazione del cibo spazzatura in casa.


Ridurre il consumo di caffeina


Il secolare stereotipo di scrittori e altri liberi professionisti che vivono immersi nel caffè può essere vero, ma non è una grande abitudine da prendere. Troppa caffeina in circolo ci porta ad avere meno energia e sentirci più stanchi. Per non parlare di tutti gli altri effetti collaterali negativi della caffeina. Se non è possibile rinunciarvi del tutto, limitiamoci ad una tazza di caffè ogni mattina e poi passiamo all’acqua o al tè verde.


- Scrivere una lista delle cose da fare




Uno degli strumenti più importanti per l’aumento della produttività è la nostra lista di cose da fare. Fai la tua lista la sera prima, in modo da essere pronto a partire ed avere gli obiettivi quotidiani chiari in mente la mattina seguente, ma senza esagerare. Bisogna essere realistici su ciò che possiamo ottenere da noi stessi. Fare riferimento alla lista per tutto il giorno e alla fine della giornata. Tutto ciò che non siamo riusciti a fare dovrebbe finire nell’elenco del giorno seguente. Scrivi la lista a mano in modo da poterla avere sempre davanti, e se hai una lavagna, scrivila lì.


- Dare la giusta priorità alle cose


Quando facciamo la nostra lista di cose da fare, dobbiamo mettere gli obiettivi del giorno in ordine di importanza. Questo farà in modo che se non si ha il tempo per farne uno o due, saranno i compiti meno importanti che verranno passati al giorno successivo.


- Ogni attività deve avere il suo tempo


Rimandare a domani è il tuo peggior nemico. Immagina questo: Fai una lista di 10 attività che pensi di poter fare in un giorno. Alla fine della giornata, ne hai portate a compimento solo 5. Che cosa è successo? Tu eri distratto, molto probabilmente senza neanche rendertene conto. Provare a metterti un obiettivo di tempo per ogni attività in elenco. Poi, come inizi a fare la prima, metti il cronometro per essere sicuro di completarla entro il tempo previsto. Scoprirai che questa ‘pressione’ aggiunta aiuta ad aumentare la produttività in modo notevole.


- Eliminare le distrazioni


Le case della gente sono sempre state piene di distrazioni e ci vuole un certo tipo di persona per essere in grado di lavorare da casa in modo produttivo. Con l’avvento di internet, queste distrazioni si sono moltiplicate. Cellulari, messaggistica istantanea, posta elettronica, navigazione web e Facebook, possono essere fonte di distrazione, se ne abusate potete abbassare notevolmente i livelli di produttività. Ove possibile tenere tutto spento e se non è necessario, non accedete ai social. Due chiacchiere con gli amici spesso diventano mezze ore se non di più, il tutto a discapito della vostra produttività!


- Ogni cosa deve avere il suo orario


Come modo per ridurre le distrazioni, si può stabilire di fare determinate attività solo alcune volte al giorno. Le e-mail, per esempio, sono una delle cose che ci portano via più tempo e ci distraggono di più in assoluto. Provare a controllarle 3 volte al giorno se vi servono per lavoro e per un massimo di un’ora ogni volta. Questo vi impedirà di controllare la posta costantemente e vi permetterà di essere più produttivi con le altre attività.


- Allontanarsi dal pc nelle pause


Molti di noi pensano che 15 minuti di navigazione sul sito di social networking preferito o una partita a backgammon online con il nostro amico in Cina è una pausa dal lavoro. Non lo è. Per ricaricarci, dopo un periodo di lavoro passato al computer, è necessario allontanarcene: prendere un po’ d’aria fresca, fare esercizio fisico o comunque liberare la mente. E’ il cambiamento di scenario che vi aiuterà a sentirvi riposati e più produttivi.